Ricordo gli scritti di un noto pediatra, Marcello Bernardi autore di libri come “La maleducazione sessuale -Dalla repressione alla liberazione del piacere come premessa ad una società non autoritaria”.
Lo stesso spirito informava la famosa guida per genitori: “Il nuovo bambino“.
Mi colpivano allora, giovane mamma, l’apertura, il buonsenso, lo humour, e nel contempo il rigore con cui trattava di argomenti pedagogici e di cura, nel porgere i suoi consigli preziosi ai genitori.
Ecco, penso a quanto lontani siano da quei suggerimenti, i modelli ansiogeni e distruttivi e il delicato equilibrio di una donna alle prese con un bambino piccolo e con il lavoro.
Si cerca di stare a galla, al prezzo della rinuncia a prendersi cura di sé nella relazione.
Tutto urge e spinge alla prestazione perfetta, al distinguersi in qualche modo in ogni campo.
Ma i tempi della cura e degli affetti, della maturazione della consapevolezza e dell’alterità nei rapporti, sono lenti e si misurano con l’ascolto e il darsi tempo sufficiente per comprendere chi siamo, e in relazione a chi.
Perché quel bimbo è altro da noi e abbiamo tutto il diritto di conoscerlo e farci conoscere da lui.
Per poterlo amare e proteggere e consentire a lui di farci crescere insieme.