
Credo che il carcere debba essere un luogo di rieducazione e avere, dunque, le caratteristiche delle istituzioni educative. Attente a tirar fuori dallo studente ogni elemento che gli permetta di diventare più utile alla società.
Il carcere come camicia di forza, come immobilità per non far del male è pura follia, è antieducativo.
Non appena viene tolto il gesso, c’è subito una voglia di correre e di correre contro la legge.
Senza considerare l’assurdo di un luogo dove si accumula la criminalità, che ha un potere endemico maggiore di un virus influenzale.
Vittorino Andreoli