di Ivana FABRIS
Siamo da decenni nel tempo della politica gestita dagli spin doctor anche in quella che chiamiamo sinistra.
Non ci si crede – a me personalmente (e con un certo orrore) è toccato scoprirlo da vicinissimo con un politico famoso non più tardi di 4 anni fa – ma quella visione della politica che conoscevamo, è completamente SPARITA.
Tutto è legato alla comunicazione. Anzi, al marketing. Magari fosse solo comunicazione.
Non si parla di simbolo ma di brand.
Si fonda un partito solo dopo aver fatto sondaggi e calcolato presumibilmente la percentuale di voti che potrebbe prendere.
Le fusioni avvengono sempre in virtù dei numeri che otterrebbe quella coalizione ai seggi elettorali e non in base a quanta azione farà e a quanto sarà davvero contro il sistema.
Come se un campo agricolo dovesse dare frutti senza prima la fatica di ararlo, concimarlo e seminarlo…
E non serve nemmeno avere contenuti rilevanti di autentico cambiamento se hai uno spin doctor dalla tua, quindi anche mezzi economici, ovviamente.
Perciò, quando hai i comunicatori che ti indicano cosa dire, come dirlo e quando dirlo, come vestirti a certi eventi pubblici (camicia bianca d’ordinanza oppure una a righe molto casual? Manica risvoltata o abbottonata?), come atteggiarti, come pettinarti o come raggiungere l’emotività delle persone e sanno dotarti di buone frasi ad effetto, così come ogni buon addetto marketing e vendite dovrebbe saper fare, è sicuro che entri nell’immaginario collettivo di un popolo drogato da una comunicazione mediatica anche se questa è senza contenuto.
Se poi hai un buon amico giornalista che ti sponsorizza dalle pagine di un quotidiano nazionale, allora sei doppiamente a cavallo.
Poi, però, ci stupiamo che il popolo italiano, anche a sinistra, sia quello che è stato in questi ultimi 20 anni.
Una riflessione molto seria e da leggere di Ivana Fabris, sulla necessità dell’unità della sinistra, tante volte dichiarata da tutti, a cui però non è seguito una visione, un progetto di società, almeno le grandi linee di un futuro lontano cui NON utopicamente si aspira. Quindi programmi seri, realizzabili, per raggiungere via via quel futuro lontano a cui si aspira.
Questo comporta una conoscenza della storia che ci sta alle spalle di questo paese e della storia della sinistra, e più in generale della storia dell’Europa per animare un ‘movimento reale’.
Ma soprattutto è necessario una analisi di fase, qual’è l’aspetto più nuovo della grande trasformazione che stiamo vivendo? Sta in qualcosa che va oltre la crisi e la ristrutturazione capitalistica, e assume un carattere qualitativamente nuovo? Cioè quello che correntemente viene ormai chiamato <>. Ovviamente con tutte le cautele e con molte qualificazioni necessarie di questa affermazione. Ma è indubbio che il <> costituisce già l’orizzonte entro il quale occorre misurarsi. Ciò che domina la scena è un capitalismo che cerca di sopravvivere alle ragioni storiche da cui è nato, di guidare con i suoi valori e le sue regole un’epoca successiva.(NdR).
Di seguito un passo importante della brava Ivana Fabris.
Perché in politica non basta sapere di Costituzione per poter realizzare il cambiamento.
Occorre visione e soprattutto programmi seri, affidabili, REALIZZABILI, e sapere DOVE si vuol arrivare con la propria proposta politica, quale paese si voglia realizzare.
Se cambiamento deve essere, è ADESSO il momento di cominciare a pensare ad una Italia finalmente capace di giustizia sociale, altrimenti la cella che il neoliberismo ha costruito attorno a noi, sarà solo più abbellita ma le sbarre rimarranno dove sono.
Per far sì che questo paese cambi davvero, serve il coraggio di prendere a spallate le sbarre e buttarle giù e per riuscirci è indispensabile il coinvolgimento e la partecipazione di tutti ai processi democratici interni ad una formazione davvero di sinistra considerato quanto danno certi dirigenti hanno inferto alla sinistra stessa in questi ultimi 30 anni.
Inventarsi il ruolo di fautori dell’unità della sinistra comporta una conoscenza della politica non solo teorica, comporta avere coscienza e conoscenza della storia di questo paese, della storia della sinistra, comporta conoscere i processi che l’hanno generata.