di Mimmo PORCARO
La sinistra affonda. Maddài…?!
Non si può passare impunemente dalla tutela del lavoro alla tutela del capitale senza pagare dazio. O meglio, lo si può fare finché il capitale svolazza allegro nei cieli della finanza, arricchisce la classe colta senza immiserire troppo gli altri, e tutti delizia con lo scintillio delle merci: tutti, a parte i poveracci smembrati, nel frattempo, da qualche bomba intelligente.
Quando però le cose cambiano, quando la miseria è troppa, quando la violenza seminata per il mondo ti ritorna in casa, quando si svela il trucco della libera economia (che sta in piedi grazie alle banche centrali ossia grazie alla tanto deprecata politica), quando accade tutto questo o si sa rappresentare (e con durezza) il lavoro, o lo fa la destra. Che c’è di strano?
La sinistra italiana scompare non perché ha tradito i propri valori, ma perché li ha realizzati.
La sinistra in quanto tale, ossia in quanto è libera dal “peso ideologico” del comunismo e del socialismo, è soltanto progressismo, free trade, diritti umani, antistatalismo ed elogio di ogni innovazione purché sia tale.
Ma poiché il progresso è progresso capitalistico, la sinistra si identifica non con l’eguaglianza ma proprio col dinamismo del capitale che tutto dissolve, a partire dai diritti sociali costati anni di dure battaglie.
L’unico progresso che conta, quello nella qualità dei rapporti sociali, alla sinistra non interessa: sa troppo di comunismo.
Ricordate Veltroni? “Noi siamo contro la povertà, non contro la ricchezza”: pensiamo quindi alla libera espansione del capitale, e un po’ di bene ne verrà per tutti, dopo! Ma dopo l’espansione finisce, e qualcuno presenta il conto. Molto salato.
Altrove magari non sarà proprio così, e da qualche parte “sinistra” non farà rima con vergogna: ma in Italia chiunque oggi parli di ricostruzione della sinistra o è un fesso o è un pericoloso reazionario.
Dopo la sinistra non ci può essere “più mercato”, “più liberismo”, “più Europa”. Ci può essere solo la destra o un socialismo che parta dalla ripresa della sovranità nazionale e quindi della politica. Meglio il secondo.
Chi in questi decenni si è sentito di sinistra soprattutto perché voleva tutelare il lavoro, i servizi sociali, lo stato democratico e con esso la possibilità di scegliere collettivamente il proprio destino, ha solo una scelta: ripensare e riproporre il socialismo.
L’Italia ha bisogno dell’intervento dello stato, e questo non ha niente a che fare col ciclico ritorno del “partito della spesa” (Craxi, Berlusconi ed oggi Conte), ma con l’azione pianificata di un’impresa pubblica trasparente. Nel mondo, la crisi e la guerra svelano nuovamente i limiti storici di un sistema, e chiedono risposte radicali che per ora vengono da destra: scontro fra stati, statalismo privatistico, autoritarismo. Noi dobbiamo riproporre invece l’equilibrio mondiale, il controllo politico dell’economia ed il controllo popolare della politica.
Bisogna tornare al “fatidico ’89”: allora, invece di cercare un’alternativa rossa al socialismo reale, si è sposata la causa opposta.
Non ci si è limitati alla presa d’atto d’una sconfitta ed alla dura critica delle impostazioni di un tempo: si è preferito passare armi e bagagli nelle fila di quello che solo ieri era un nemico.
Del resto, una generazione di funzionari cresciuta nell’idea che il potere dei lavoratori si identifica con la presenza del “loro” partito nelle istituzioni, non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di governare.
Invece di perdere onorevolmente insieme alla propria causa ed alla propria classe, ha quindi finto, o svelato, d’aver fatto sempre parte dello schieramento opposto, e di essere trai vincitori. Ed ora ha avuto la sua nemesi, generando figli mostruosi che l’hanno azzannata, guidando poi tutti ad una sconfitta senza appello: e non è finita qui.
Bisogna tornare al “fatidico ’89”, per fare la scelta contraria.
La vita dura pochi anni ! Il cambiamento lo si vuole vedere quando si è ancora in vita e non rimandarlo in eredità alle generazioni future , perché non arriverà mai ! I discorsi su come fare perché così sarebbe bello , a pancia piena , possono essere anche esaustivi per un impegno del tempo libero , ma qui , ci hanno tolto tutto , anche il piacere di vivere , e ce lo ha tolto , un governo con maggioranza politica che ci impegna in interminabili chiacchiere se essere di sinistra o asservita al capitale o peggio ancora alla finanza globale . Andiamo a ritroso , da Prodi in poi ! Oggi mi suggerite che occorre ritornare all’89 ! Ma dico , davvero avete così tanto tempo da perdere ? Che si sia a pancia piena é un dato di fatto , ma l’Istat ci sussurra che i poveri , in Italia , sono arrivati a 5 milioni di unità . Forse saremo travolti dagli eventi , mentre noi staremo ancora a parlare sul cos’è bello , a pancia piena ? O già saremo a far numero tra i 5 milioni ed oltre ? Suggerisco una strada più rapida . C’è oggi una maggioranza aperta al cambiamento , aperta al recupero dei diritti rubati , aperta alla giustizia sociale . Perché non valutare l’ipotesi di dare man forte a questo progetto politico che in atto governa ?
Come ti abbiamo già risposto sulla nostra pagina Facebook, il riferimento all’89 è quello del tornare ad esercitare la politica fatta di ideali he comprendano proprio lavoro, pane e giustizia sociale.
Poi che tu scriva “a pancia piena” pur conoscendoci da tempo, scusa ma ci fa specie.
Noi non siamo la sinistra dei salotti e pensavamo lo avessi capito, tantomeno dei radical-chic che pontificano dopo aver perso il contatto col mondo reale e quella povertà di cui parliamo e denunciamo da anni in mkezzo ai sordi.
E sorda non è solo la politica ma anche una larga fascia di gente che la realtà non la vuole vedere perchè ne ha paura.
In quanto alla maggioranza, scusa ma non ci siamo.
Che potranno attuare il cambiamento bisognerà vedere, visto il diktat europeo e l’ingerenza di Mattarella in fase di formazione del governo, dice apertamente molte cose in tal senso.
Ma a parte questo, non valuteremo comunque gli atti del governo che vanno nella giusta direzione, opponendoci a prescindere e tu lo sai perchè segui sempre la nostra responsabile Ivana Fabris con cui spesso sei in accordo.
Resta però che è UN DOVERE POLITICO, CIVILE E MORALE, far rinascere la sinistra se vogliamo davvero portare questo paese ad una nuova linea dell’orizzonte.
Non sarà un partito interclassista che recita il mantra che destra e sinistra sono morte mentre infuria la ferocia fascistoide del neoliberalismo a dominare e depredare, a risollevare e dare un futuro a questo paese perchè GIA’ solo quello slogan lavora CONTRO la classe dei lavoratori anche se forse o vi siete dimenticati cosa significhi affermare che destra e sinistra non esistono, specie mentre è una destra come quella della UE ad avere il potere o forse non lo avete mai saputo.
Quindi, riassumento, non saremo contro a prescindere ma riteniamo che una nuovo sinistra che riparta dai principi e gli ideali del socialismo ci debba essere.
P.S.: in quanto al tempo da perdere, garantiamo, non ne abbiamo perchè la povertà, caro Vito, la conoscono in MOLTISSIMI di noi che hanno perso tutto e qui in questo movimento di borghesi a pancia piena ti assicuriamo, non ce ne sono. Scusa ma sei stato alquanto offensivo in ciò che hai scritto specie prchè ormai dovresti conoscerci ma evidentemente non è così.