di GIUSEPPE MASALA
(articolo del 2017 da Contropiano)
L’arresto in Senegal del militante panafricano Kemi Seba (nella foto), di nazionalità francese, reo di aver bruciato, durante una manifestazione, alcune banconote di franchi CFA, ha riaperto il dibattito su questa moneta considerata da molti lo strumento principale con il quale la Francia (ma ora tutti i paesi della zona euro) esercitano il neo colonialismo nell’Africa francofona.
Il Franco CFA nasce nel 1945 con gli accordi di Bretton Wood; infatti all’epoca si chiamava Franco delle Colonie Francesi Africane. Successivamente nel 1958 cambia nome e diventa Franco della Comunità Francese dell’Africa.
Fino a qui tutto normale se non per due piccoli particolari. 1) il Franco CFA è una moneta ancorata ad un cambio fisso, prima con il Franco Francese e ora con l’Euro. 2) La piena convertibilitá del Franco CFA è garantita dal Ministero del Tesoro francese, che però chiede il deposito, preso un conto del ministero, del 65% delle riserve estere dei paesi aderenti all’unione monetaria.
Dietro queste due tecnicalità si nasconde il diavolo del colonialismo. Infatti il cambio fisso azzera il rischio di cambio per gli investimenti delle multinazionali occidentali nel paesi dell’Unione monetaria. Non basta, il cambio fisso (per giunta garantito dal Ministero del Tesoro francese) favorisce l’accumulo nei forzieri delle banche occidentali di immensi tesori frutto della corruzione dei governanti locali (spesso dittatorelli amici dei nostri governi).
Come se non bastasse, tutto questo avviene a scapito dell’economia reale locale, soffocata dalla rigidità del cambio con una moneta fortissima come l’Euro.
Il secondo punto probabilmente è anche peggio del primo. Quale nazione sovrana depositerebbe, a garanzia della convertibilitá della propria moneta, ben il 65% delle proprie riserve estere presso il ministero del Tesoro di uno stato estero per giunta quello del paese ex coloniale? Nessun paese sovrano farebbe mai una cosa del genere, che consegna le chiavi dello sviluppo (o del sottosviluppo) ad una nazione straniera.
Pensiamo basti questo per chiarire come il colonialismo sia ancora un fenomeno reale e pervasivo che tarpa le ali di una qualsiasi opportunità di sviluppo dei paesi africani. Con buona pace di tanti soloni che parlano senza sapere di cambi e monete, e che credono che agli africani sia data una grande opportunità nel venire in Europa (spesso a vendere asciugamani e accendini nelle nostre piazze) grazie alla possibilità di inviare nei loro paesi, a tasso di cambio fisso, rimesse che consentono alle loro famiglie in Africa di campare con pochi euro.
Grazie a questo sistema le nostre multinazionali hanno invece l’opportunità, a rischio di cambio pari a zero, di depredare le immense riserve di materie prime dell’Africa Occidentale: uranio, metalli rari, oro, petrolio, gas ma anche legname pregiato e derrate alimentari.
Bell’affare per noi, non certamente per gli africani che ci vendono il “coccobello” sulle nostre spiagge.
Non basta di certo la carità di alcune ONG per sanare questa forma di neocolonialismo monetario, che azzera le possibilità di sviluppo dei paesi dell’Africa francofona.
Sapete dove va parte dei soldi che mandiamo verso l’Africa subsahariana? In Francia, dove ne resta la metà. Lunedì prossimo nel servizio Filippo Barone. #NightTabloid #Rai2 #Afric #CFA
https://www.facebook.com/NightTabloid/videos/2206952339547358
Già, ne siamo purtroppo a conoscenza. Grazie per il tuo contributo, Filippo
Questo il reportage integrale che cerca di rispondere alle domande che ci eravamo posti.
Sapete perchè nei 14 paesi più poveri dell’Africa, quelli dell’area subsahariana, non si riesce a creare lavoro?
Eppure, hanno dei prezzi neanche fossimo in Svizzera.
E sapete perchè questi 14 paesi hanno una moneta forte nonostante siano economie deboli?
Sapete poi perchè in molti emigrano?
E dove va gran parte dei soldi che mandiamo loro?
Una parte dei guai di Dakar parte da Parigi.
Percorro questo viaggio da Francia a Senegal con Brenno Marcellini che arricchisce ogni momento dell’inchiesta con una fotografia splendida. Ma se questo filmato riesce spiegare mentre scorre leggero è solo grazie alla sapienza e sensibilità di montaggio di Giulio Pellizzieri.
Sono intervenuti Kako Nubukpo, Mohamed JKonare Dit Shata, Massimo Amato, Assane Ndoye, Gain De Farma Ndiaye, Mamour e Mamadou Ndoye, Chiara Barison, Niccolò Tendi.
#Nighttabloid #Rai2 #Filippo Barone #Cfa
https://www.facebook.com/NightTabloid/videos/286774055290792/
Abbiamo visto il video, Filippo e onestamente in pochi minuti riesce a tratteggiare molto chiaramente il quadro.
Le risposte ci sono tutte e tutte preoccupanti. Il colonialismo non è mai finito mentre è qualcosa su cui si deve agire quanto prima.
Pubblichiamo il video direttamente. Grazie davvero per questi contributi.
Restiamo in contatto!