di Maria G. DI RIENZO
25 aprile 1945: l’Italia è libera dall’occupazione nazista e dal fascismo.
Ogni 25 aprile: ricordo, celebro e spero che l’Italia si liberi di nuovo. Da cosa, mi state chiedendo?
La liberazione si dà su livelli molteplici.
La lotta per la liberazione a livello sociale ha come traguardo l’eguaglianza (cittadinanza, diritti, rispetto) per tutti/e.
La nostra liberazione individuale concerne la nostra capacità di esprimere pienamente noi stesse/i, di muoverci nel mondo liberamente con l’aspettativa di essere al sicuro nel farlo, di incontrare altre persone con il cuore aperto e la mente libera dagli stereotipi che la società attuale ci inculca ogni giorno: noi sperimentiamo l’oppressione che la permea in modo diverso sulla base di fattori culturali e identitari, ma la mia liberazione è legata indissolubilmente alla tua, di te che leggi. La tua è legata alla mia ed entrambe sono legate a quella collettiva. Nessuna/o sarà completamente libero sino a che non lo saremo tutte/i.
La liberazione parla di cambiamento. Suggerisce o richiede azione.
Non accetta che quel che è ora sarà per sempre. La liberazione fa luce sull’impatto della diseguaglianza, del privilegio, del dominio, del razzismo, dell’omofobia, del sessismo, della misoginia, della violenza intessuta in tutto ciò e ci dice che le cose non devono necessariamente andare così.
La liberazione racconta storie di Resistenza e attesta l’ovvio: che una nuova Resistenza è necessaria ora.
La liberazione parla di un futuro differente e ci chiede di crearlo.
fonte: https://lunanuvola.wordpress.com/2016/04/24/il-giorno-della-liberazione/