di Fiorenzo MEIOLI
Nel 1974 si tenne, a Genova, la Sesta Conferenza Operaia del PCI e fu conclusa dal segretario Enrico Berlinguer.
Chiuse la Conferenza con queste parole: “Oggi siamo al dunque. Siamo ad una crisi che investe tutta la vita del paese, in ogni campo:l’economia, la SOVRANITA’ NAZIONALE, l’amministrazione pubblica, la giustizia, la sicurezza dei cittadini, la scuola, la vita culturale, la morale, i valori ideali. O si cambia strada o non si sa davvero dove si va a finire”.
Sono passati oltre 40 anni e quelle intuizioni sono oggi più attuali che mai.
Già allora Berlinguer aveva capito che occorreva uscire dall’illusione della possibilità di riforme condotte, come recentemente ha scritto un economista, “con successo all’interno di un modello che è stato costruito in cemento armato per non essere cosa diversa da ciò che è”.
(foto di Archivio de l’Unità)
Nessuna analogia possibile tra allora ed oggi.
Le “illusioni” di cui parla Berlinguer sono quelle che nel dopoguerra hanno permesso, anche in Italia, al movimento operaio di uscire da una cultura ancora prevalentemente contadina e di conquistare le tutele dello Stato Sociale, e ai giovani, di ogni strato sociale e di entrambi i sessi, di rivendicare il diritto di plasmare il proprio futuro.
La crisi di allora era una crisi essenzialmente governamentale. Quella economica (stagflazione) era indotta come controffensiva della classe dominante alla diminuzione del tasso di sfruttamento.
Esattamente l’opposto di oggi.
Ciò che è vero nel post, è che quella dichiarazione di Berlinguer ha segnato il futuro. Il partito, che nelle parole di Ingrao doveva essere “partito di lotta e di governo”, ha fatto la scelta di sposare l’ordoliberismo della prima Trilaterale e di fare la lotta al movimento invece che al capitale.
E fu il compromesso storico, nella cui deriva siamo oggi impantanati.
Quindi dell’ordoliberismo è responsabile Berlinguer?
Quello di cui parla qui Berlinguer è riferito al riformismo e tirare in ballo ancora il compromesso storico in questo contesto dimostra che di quel passaggio storico ancora oggi non si è compreso a cosa mirasse veramente.