di Luca CANGEMI – Segreteria Nazionale PCI, responsabile scuola
Dagli studenti un forte segnale di lotta per il cambiamento
“Dai cortei studenteschi viene un forte segnale di lotta contro l’inaccettabile modello renziano di scuola, Un segnale importante che il mondo dell’istruzione nel suo complesso e tutte le forze, che si battono per una società più giusta devono cogliere” – ha dichiarato Luca Cangemi, responsabile nazionale scuola del PCI.
“I ragazzi e le ragazze hanno, con forza, denunciato una situazione della scuola italiana ormai insostenibile. Problemi antichi e insoluti, come quello dell’edilizia scolastica, si sommano alle disastrose conseguenze della legge 107 del 2015 (e dei decreti attuativi varati recentemente dal governo Gentiloni). Molto importante è la denuncia studentesca della scandalosa realtà dell’alternanza scuola lavoro, matrice di speculazione e sfruttamento.
La volontà di lotta che viene dalle giovani generazioni rappresenta una grande speranza. Adesso bisogna lavorare intensamente per lo sviluppo di un movimento di lotta che veda insieme studenti, lavoratori e cittadini per cambiare profondamente la scuola.
Domenica 15 ottobre, alle ore 10, il PCI organizza a Roma un’Assemblea Nazionale aperta sulla Scuola per individuare le scelte necessarie nei prossimi mesi.”
Anche nel 1984 (forse sbaglio l’anno ma allora fu un’esperienza fondamentale) si credeva di poter cambiare le cose. Ricordo che ero alle superiori ed ero in prima fila in questo modo di protestare.
I giornali titolavano con le nostre manifestazioni e l’anno successivo era solo e soltanto un lontano ricordo.
Ragazzi, lottate per un vostro diritto e dovere. Non accontentarevi di non entrare a scuola ma manifestate e manifestate non solo per 5 ore. Attenzione perché solo chi ha cultura può rendersi conto che ha subito un furto dei propri Diritti.
Sappiate anche che chiedere aiuto a rappresentanti della classe più adulta magari aiuta a stampare sulla pietra le proprie richiesta.
Ragazzi, non fermatevi e lottate e lottate per il futuro di un popolo.
È così che si diventa adulti giusti.